La Filanda è stata costruita tra il 1870 e il 1872 da Moisè Vita Jacur su disegno originale del nipote ing. Leone Romanin-Jacur.
La costruzione di questa Filanda coincide con l'ingresso in Italia delle nuove tecnologie meccaniche per la trattura del filo di seta e con la costruzione a Padova della Stazione Sperimentale per l'allevamento del baco da seta e la coltura del gelso.
La Filanda di Salzano era senza dubbio una filanda all’avanguardia: costruita secondo le migliori tecniche consentite in quel periodo, applicò un particolare brevetto per l’aerazione del Salone della filatura che le valse la medaglia d’argento all’Esposizione Internazionale di Bruxelles nel 1876.
Per il volume del lavoro svolto e per la quantità dei bozzoli ritirati, la Filanda di Salzano si affermò subito come una delle più importanti del Veneto; nei periodi di massima produzione lo stabilimento dava lavoro a circa 250 persone con un conseguente impatto positivo sull'economia locale ancora prevalentemente di tipo agricolo.
Agli inizi del Novecento l'impianto produttivo fu ulteriormente migliorato e potenziato mediante la sostituzione delle bacinelle e la costruzione di una nuova ciminiera.
La produzione di filati continuò fino al 1937 e, dopo una sospensione causata prima dalle leggi razziali fasciste e poi dagli eventi bellici, accennò ad una ripresa nell'immediato dopoguerra; fu poi chiusa definitivamente alle soglie degli anni Cinquanta quando alla seta vennero affiancate le nuove fibre sintetiche.
Nel 1977 fu acquisita dall'Amministrazione Comunale di Salzano assieme alla Villa settecentesca Donà Romanin-Jacur e all'annesso parco romantico.
Va sottolineato il significato emblematico di questa filanda in cui si trovano intrecciate assieme storia sociale, economica e tecnica; produzione di ricchezza e invenzioni tecnologiche; storia di occupazioni militari e, purtroppo, persecuzioni razziali.